
Non si tratta della canzone di Ranieri, ma della progressiva ignoranza che sta portando giovani e meno giovani a lasciare alle spalle secoli di cultura e soprattutto d’Amore.
Questa è una santellina dietro il piccolo centro commerciale sulla rotonda di Concesio (Brescia).
Come potete vedere è stata pesantemente imbrattata.
Faccio un passo indietro. Il nome “santella” deriverebbe dal termine dialettale “santéla” con il probabile significato di “luogo legato ai Santi”. Questo tipo di costruzione era assai diffusa nella Lombardia orientale, provincia di Bergamo, Brescia, nella Valtellina, e nell’Alto Mantovano.
Queste santelle erano edificate per far onore a un ex voto promesso, vuoi per uno scampato pericolo o per guarigione da malattia e/o da morte.
Se pensiamo che le nostre madri, le nostre nonne davanti in questi luoghi hanno portato umilmente le loro speranze, sogni e richieste per il bene della famiglia e della comunità, come possiamo restare indifferenti a tanto Amore?
Questi luoghi sono un patrimonio del cuore che lega le nostre vite a quelle dei nostri avi. Una testimonianza semplice ma presente di una fede e tradizione che conosceva il senso profondo della vita, riconoscendo che c’è sempre qualcosa più grande di noi non solo in cielo, ma anche in terra.
Preservare questi luoghi non è solo un dovere per tutelare la memoria di questi nostri padri e madri, ma anche comprendere che alcuni luoghi non sono solo fatti di mattoni e calce, ma della felicità, ferite e sogni di chi le ha vissute.
Noi siamo il loro lascito.
Imbrattare questi luoghi è come coprire di nero il proprio cuore.