Un cancello chiuso sul grigio cortile
Ombre lunghe che accompagnano il cuore
Quella porta da bambino era un portone
Mentre ora è un’anziana signora con il volto solcato da profonde rughe
Il tempo mi ha privato delle vostre voci miei dolci cari
Un vecchio valzer vi riporta alla mente facendo danzare i miei occhi tra le lacrime
Una bicicletta appoggiata sul muro attende fedele il suo padrone
Tutto come un tempo ma tutto diverso
Nel vento della sera gli echi di don Camillo e Peppone raccontano la forza di un popolo forgiato nei campi bruciati dal sole estivo e dal gelo invernale
Gente semplice cresciuta su di una terra dura, mani di cuoio, pelle d’argilla, occhi di sale, cuori teneri come il pane
Percorrendo le tue strade non vedo più ponti di barche, pescatori o donne a sciolinare nei fossi, qualche macchina che come me rompe il silenzio immobile
Al paese un’anziana signora mi raggiunge dalla sua finestra con un canto che porta con sé un’intera vita, dolce melodia di tramonti lontani
Le osterie sono ancora rifugio di giovani che furono
Il pane, il vino e la tradizione permane con una sacra ritualità che prego non sia dimenticata
Mi sento testimone di un grande privilegio
Poter vivere ancora nei racconti dei miei nonni e ritrovare in ogni dettaglio il fare amorevole che mi lega e che ci lega tutti a questa terra
Dedica un secondo in più e osserva la signora alla finestra
