Prima il prete in costume da bagno e ora uno vestito da ciclista. In entrambi i casi Chiesa ha sfoggiato in modo bislacco, una forma di richiamo che ha alzato grandi polveroni.
Dietro questi gesti a mio parere si cela tutta la fragilità di un’istituzione che nella forma a costruito il suo rifugio.
Penso che siano finiti i tempi in cui il prete si ponga tre o più scalini sopra i fedeli applicando ritualità troppo spesso meccaniche lontane dall’esprimere la vera sostanza trasmessa da Gesù.
Parlo di semplicità, empatia e la capacità di saper comunicare, come dicono i sapienti buddisti “da cuore a cuore”.
Questi pastori disubbidienti sanno applicare la parola del Cristo nel profondo della sua sostanza. Per fare questo serve coraggio, pura azione del cuore. Saper trasmettere Amore senza bisogno di “uniformi e forme” implica una vocazione e un impegno che prescinde l’etichetta imposta da un ordine, ma che è pura espressione nell’anima.
“Un carabiniere lo si riconosce dalla divisa poiché evoca rispetto, sicurezza e fiducia”. Questo un commento che ho letto su di un social a paragone della “divisa” del curato.
Forse qualcosa è veramente andato storto, forse è proprio perché molti sacerdoti interpretano il loro ruolo come una professione che permane la necessità di un guardaroba adeguato. Per esempio faccio fatica a concepire come alcune parrocchie hanno istituito orari e giorni per confessarsi, come se il bisogno di confessare i propri dolori debba necessariamente essere espletato in momenti ben definiti.
Preti come Don Mattia e Don Fabio Corazzina fanno proprio paura per la loro semplicità poiché nella nudità del loro spirito alberga solo la sincera vocazione di trasmettere quell’Amore e senso d’accoglienza. Tutti valori che possono permetterci di tornare a chiamarli sinceramente“Padre”.
La Chiesa, con questi atteggiamenti di sdegno, palesa la sua incapacità di comprendere che i tempi sono veramente cambiati, così pubblicando lettere di richiamo al posto di cercare il dialogo non fa altro che ampliare il divario con la comunità.
Gesti plateali e ingrati poiché ignoranti di quanti fedeli questi uomini e queste donne stanno riportando in Chiesa, una Chiesa fatta non di mattoni ma, come San Francesco predicava, di alberi, cielo, mare, terra e soprattutto persone.
Illustrazioni di Gianluca Foglia Fogliazza e Maurizio Baselli

